Attenzione, attenzione, qui si fa sul serio.
Basta l'impatto iniziale per togliere ogni dubbio sulla caratura di questo ensamble, certamente degno di conquistare l'Europa e oltre.
Personalità strabordanti e musica dalla qualità ben oltre la media. Roba per palati fini ma ben lontana dall'essere snob.
Rockit [link]
I sette capitolini mettono a punto una macchina da spettacolo che va sempre nella direzione meno preventivata un attimo prima.
Blow Up
Atmosfera ubriaca da cabaret voltaire (quello di Hugo Ball), sguaiato ma virtuoso crooning jazz, of course,
tanto jazz e un vorticoso - e leggermente patologico - roteare tra generi e stili, colori ed umori.
Straniante, ma anche perversamente seducente.
Rockerilla
Keine Psychotherapie lima le asperità del tempo, arriccia le forme schizzate di un punk-jazz incontrollabile e noise
del teatro d’avanguardia tedesco dell’Utergang e la sperimentazione a zapping nel free swing espressionista ora Zappiano,
ora di matrice Einstuerzende Neubauten presi nella parte piu “soffice”.
Il loro stile scaltrissimo, radicale, e a tratti militarizzato da una verve fumettistica, sembra fatto apposta per
diventare un piccolo oggetto di culto tra gli alternativi più intransigenti e in cerca di “cose forti”.
Suspance eterea e clangori descrittivi di alto livello.
Mescalina [link]
Un album sperimentale molto coraggioso. Una compagine di virtuosi che sfidano la banalità con un linguaggio tecnico di rara maestria.
Forse il loro lavoro è traumatizzare, sconcertare, scavare grosse buche nel salotto buono di casa e invitare i parenti a bere qualcosa
tra le macerie di questo manicomio perfettamente organizzato che è il loro album.
Virtuosi e inquietanti.
Saltinaria
Ad un uso accademico di voci e strumenti dove ogni singola nota è praticamente perfetta, viene accostata una vena compositiva che
corre lungo gli schemi del genere ma strizza l'occhio al blues, alla musica contemporanea e al rock indie, tutto con la giusta misura
di chi sa dosare le influenze con un pizzico di fresca novità.
Ultrasonica
Come suonare intelligentemente e con un tocco di ironia un disco di vero crossover, senza intenti didascalici o artificiosi.
ALIAS – Il Manifesto
Bel disco, mai banale, schizofrenico quanto basta e densamente popolato di stili, umori e suoni.
È un album che ti trascina e mette in moto i contorti ingranaggi, le infinite personalità della nostra mente.
RockAction [link]
Pianoforte, trombone e violino si uniscono alla strumentazione classica per esaltare le voci di Barbara Wiśniewska e Diego Pandiscia,
angelica e signorile la prima, demoniaca la seconda. Il resto lo fanno i brani forti del senso per lo scat e un impercettibile grammelot.
Siamo in un panorama che comprende l’intelligenza dei Morphine, le soluzioni melodrammatiche dei Dresden Dolls,
l’artigianato giocattolo di Debora Petrina e l’acida corrosione degli East Rodeo.
Italian Embassy
Sono in sette e fanno un casino infernale. E' un jazz violentato dal free-rock di Captain Beefheart che morde
il culo ai primi Deus investiti da Peter Brotzmann. Dal vivo spaccano.
UmbriaCity